Riassunto “Centri AntiViolenza”

Erin Pizzey (wikipedia), la donna che per prima sollevò il problema della violenza domestica e fondò il primo centro anti-violenza, scrive:

«Il movimento femminista ovunque ha distorto il problema della violenza domestica per i propri fini politici e per riempirsi i portafogli. Mi stupii dell’organizzazione e delle palate di soldi che giravano. […] Sotto la copertura dei centri anti-violenza che danno loro fondi e strutture per portare avanti la guerra di genere contro gli uomini, le femministe hanno iniziato a diffondere dati tendenziosi.  […]

Vidi le femministe costruire le loro fortezze di odio contro gli uomini, dove insegnavano alle donne che tutti gli uomini erano stupratori e bastardi. Testimoniai il danno fatto ai bambini in tali rifugi. Osservai i  “gruppi di consapevolezza” progettati per plagiare le donne e far loro credere che i mariti fossero nemici da sradicare. Vidi che i padri ed i bambini venivano perseguitati negando i loro diritti.   […]

Capii che il femminismo è una frode. Sia le donne che gli uomini possono essere crudeli. L’unica cosa di cui un bambino ha davvero bisogno, i suoi genitori assieme sotto lo stesso tetto, viene minata dall’ideologia che dice di difendere i diritti delle donne.

È venuto il momento di chiudere con questa ideologia dell’odio. […]  Quelle donne che amano i loro mariti, i loro partner, i loro figli, si uniscano al movimento degli uomini nel combattere le leggi anti-uomini. Questa è la nostra ultima possibilità di correggere un male atroce. Milioni di uomini ed i loro bambini hanno sofferto nelle mani di questo malvagio movimento femminista. È arrivato il momento per uomini e donne di dire NO AL FEMMINISMO»

Erin Pizzey denunciò minacce di morte da parte di femministe,  contro lei e contro i suoi figli.   Racconta che le ammazzarono il cane, che dovette trasferirsi in un altro continente, che cercarono di fare sparire tutte le copie del libro dove diceva la sua verità sulla violenza domestica: una piccola percentuale di persone sono violente, uomini e donne in egual misura.

Centinaia di studi scientifici hanno confermato questa realtà, e vari autori (fra cui i primi: Richard Gelles, Suzanne Steinmetz, Murray Strauss…) riferiscono di aver subito minacce, anche di morte, ad opera di femministe.

Inchieste giornalistiche, a partire da Donna Laframboise (wikipedia), hanno confermato il pericolo esposto da Erin Pizzey, descrivendo i centri come “supermarket di divorzi” e la pratica delle false accuse di violenza.

Associazioni a tutela dell’infanzia hanno reso pubbliche agghiaccianti testimonianze di donne e bambini che hanno descritto cosa accade nei centri in cui erano ospitati, riassumendo la situazione nel documento “Family Justice Review Committee Policy and Position Statements: Women’s Shelters”.

Il governo USA spende un miliardo di dollari all’anno in centri di prevenzione della violenza domestica ma ha loro assegnato il rating: “NON FUNZIONANO. Risultati non dimostrati”.   L’economista di Harvard Radha Iyengar osserva che l’adozione in alcuni stati USA della carcerazione preventiva per denunce di violenza domestica ha portato ad un incremento del 60% dell’incidenza degli omicidi familiari, incremento che non si è verificato negli Stati che non hanno adottato tali leggi femministe ed illiberali.  L’analista Carey Roberts titola “le donne evitano i centri anti-violenza come la peste”; tali centri “sono stati riempiti di drogate, di senza casa, o di donne in fuga dopo aver commesso reati”.

*   *   *

Il sociologo professor Gehrard Amendt (wikipedia), che inizialmente sostenne tale centri, ha riconosciuto sulle colonne di Die Welt che sono degenerati in «focolai di misandria», e propone la soluzione:

I centri basati sull’ideologia femminista non sono più necessari. Le famiglie con problemi di violenza hanno invece urgente bisogno di una rete di centri di ascolto che possano fornire aiuto non politicizzato e non sessista a tutte le persone.  Nel futuro abbiamo bisogno di sostituire i centri femministi con centri di supporto per famiglie con conflitti violenti. Sarebbero gestiti da uomini e donne ben preparati che cooperano sulla base dell’etica professionale, intervenendo durante le crisi familiari violente.

Erroneamente è stato permesso al femminismo estremista che odia gli uomini e le famiglie di entrare in quello che di fatto è un delicato settore della giustizia, in quanto vede coinvolti bambini, così derogando ai normali principi giuridici.

La soluzione è tagliare i fondi a questi centri, impedire che possano ospitare bambini di cui viene denunciata la sottrazione.   In attesa di rimpiazzarli con centri liberi da ideologie, come suggerito dal prof. Amendt, gli italiani con problemi di violenza domestica possono usufruire di una parallela rete legata ad associazioni religiose.

One thought on “Riassunto “Centri AntiViolenza”

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