Ronde padane e centri anti-violenza

Sareste favorevoli a dare a ronde di privati cittadini il potere di difendervi dalla violenza, magari arrivando a chiudere, senza il consenso dei genitori, i vostri figli in centri di protezione che per ogni bambino ricevono soldi dallo Stato?

Anche la maggioranza dei nostri amici padani è contraria: la sicurezza è un bene pubblico, che deve essere gestita per tutti da tutti, e quindi dallo Stato.  Se viene gestita da privati, c’è il rischio dell’interesse economico (rinchiudere i bambini per arricchirsi), o della distorsione ideologica, come suggerito dalla vignetta-parodia.

Ebbene, qualcosa del genere esiste di già: sono i centri anti-violenza.  Secondo l’ideologia femminista, sono gestiti solo da donne per donne; non aiutano uomini, si legge che addirittura i bambini maschi a 12 anni vengano allontanati dalle loro madri, perchè potenziali violenti!  L’immagine a fianco non è una nostra parodia del femminismo, ma una vera campagna apparsa su Donna Moderna. Numerosi padri hanno denunciato la sottrazione dei loro figli, poi ritrovati in questi centri.  Erin Pizzey, che li aveva fondati con ben altre intenzioni, ne parla in questi termini:

«Il movimento femminista ovunque ha distorto il problema della violenza domestica per i propri fini politici e per riempirsi i portafogli. […] Osservai le femministe costruire le loro fortezze di odio contro gli uomini, dove insegnavano alle donne che tutti gli uomini erano stupratori e bastardi. Testimoniai il danno fatto ai bambini in tali rifugi».

Se siete contrari alle ronde padane, per lo stesso motivo doveste essere favorevoli a che i centri anti-violenza vengano chiusi e sostituiti da strutture pubbliche, gestite da uomini e donne sulla base dell’etica professionale.

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