Violenza sulle donne: dati veri

Le stime proposte da diverse fonti sono fra di loro discordanti. Affrontiamo tale tema controverso e politicizzato, riportando solo i dati sicuri.

CONTEGGIO DELLE DENUNCE

Un conteggio a tappeto delle denunce è stato effettuato nel 2006 nella provincia di Verona dall’Osservatorio Nazionale Violenza Domestica che ha adottato la seguente definizione di violenza domestica:

« Ogni forma di violenza fisica, psicologica o sessuale e riguarda tanto soggetti che hanno, hanno avuto o si propongono di avere una relazione intima di coppia, quanto soggetti che all’interno di un nucleo familiare più o meno allargato hanno relazioni di carattere parentale o affettivo. »

In tale lasso temporale è stato ritenuto vittima di violenza domestica lo 0.26% della popolazione. Le vittime sarebbero per il 64% femmine, per il 34% uomini, di cui il 71% italiani.  Assunzione di alcol, “futili motivi” e problemi connessi alla separazione o alla rottura della coppia sono le motivazioni della condotta violenta maggiormente esplicitate.  Per quanto riguarda le ipotesi di reato formulate in sede penale, lo 0.0018% della popolazione ha denunciato violenze sessuali e lo 0.017% della popolazione ha denunciato maltrattamenti in famiglia.

Occorre tuttavia segnalare che Carmen Pugliese, Pubblico Ministero specializzata in reati sessuali e familiari, ha dichiarato che l’80% delle denunce per maltrattamenti sono “querele enfatizzate e usate come ricatto nei confronti dei mariti durante la separazione”. Inoltre ci potrebbero essere maltrattamenti veri non denunciati.

OMICIDI

L’unico dato certo è quello relativo agli omicidi: vengono denunciati tutti, e nessuno finge il proprio omicidio.  In Italia si verificano ogni anno circa 160 omicidi di donne (lo 0.0005% della popolazione) e 600 omicidi di uomini.  Tenendo conto che ogni anno muoiono circa 270,000 donne, gli omicidi costituiscono quindi lo 0.06% delle cause di morte femminili, rischio pari a quello di venire investiti da un trattore.  100 di questi 160 omicidi annui appaiono attribuibili a violenza domestica.  In Spagna, uno studio commissionato dal CES trova che “le donne morte per violenza domestica sono in media il 5% del totale degli omicidi”.

INDAGINI SULLA VIOLENZA DOMESTICA

Il problema della violenza domestica venne per la prima volta sollevato e studiato da Erin Pizzey, che fondò in Inghilterra il primo centro anti-violenza.  Secondo le sue osservazioni, il 62% delle donne presentatisi come vittime di violenza sono in realtà donne “inclini alla violenza” piuttosto che “vittime involontarie ed innocenti della violenza del partner”.  La prime analisi quantitativa ad ampio campionamento venne effettuata negli Stati Uniti da Straus e Gelles, trovando che episodi di seria violenza domestica sono commessi dal 4.6% delle mogli e dal 3.0% dei mariti. In Canada, le ricerche di Brinkerhoff e Lupri trovano che episodi di seria violenza domestica sono commessi dal 10.4% delle mogli e dal 4.7% dei mariti.  Sono stati effettuati circa 300 altri studi che trovano risultati comparabili (si veda: Fiebert, Martin S. References Examining Assaults by Women on Their Spouses or Male Partners: An Annotated Bibliography. Pubblicato per la prima volta in Sexuality and Culture, 1997, 1, 273-286).

Riassumendo: circa una persona su dieci, donne e uomini in misura circa uguali, sono responsabili di violenza domestica.

ITALIA PAESE PIÙ SICURO PER LE DONNE

L’Italia è uno dei paesi con minore incidenza di violenze sulle donne: riportiamo il confronto con altri paesi occidentali in merito a stupri ed omicidi:

VIOLENZA SUI BAMBINI

Per quanto riguarda la violenza sui bambini, le ricerche americane mostrano che è principalmente operata dalle madri (31.5% dei casi), da entrambi i genitori (21.3%), dalle madri ed altri (16.3%), dai padri (10.7%).  La figura è tratta dal National Child Abuse and Neglect Data System, ed altre ricerche trovano risultati simili.


Tratto da: http://www.comunicazionedigenere.com/2010/09/18/violenza-donne-dati-veri/


“Dobbiamo debellare il femminismo per salvare la famiglia”

Intervista ad una delle donne sopravvissute al blitz con il quale le femministe si sono impadronite dei centri anti-violenza riducendoli a centri di odio contro gli uomini e contro la famiglia.

«Sono totalmente d’accordo con Erin Pizzey: il femminismo sta distruggendo la famiglia.

Ero con Erin (che ha aperto il primo centro anti-violenza) quando venimmo attaccate dalle femministe.  Fummo colpite da una banda urlante con capelli rasati che aveva totalmente dimenticato la propria femminilità.  Fu spaventoso.

Vidi quello che scrissero sui muri: “uomini non saprete più quale sarà il vostro ruolo nella famiglia”.  Ora – molti anni dopo – il femminismo è diventato realtà.  Gli uomini non sanno più quale ruolo hanno, specialmente all’interno della famiglia.  La situazione è così degradata che alcuni rifugi rifiutano i bambini maschi, e le bambine crescono credendo che tutti gli uomini sono cattivi.

L’effetto a catena ha distrutto la vita familiare, fatta di amore e di ruoli.  Gli uomini si trovano davanti donnacce bolsceviche che rifiutano di cucinare, pulire, contribuire in qualunque modo alla vita familiare.

Tutto quello che vedo nelle femministe è la malvagità — prima viene fermato e meglio è.  Torniamo all’amore, alla donna gentile, carina, che è orgogliosa di essere donna.

Dianne Core, York»

Ed in effetti le femministe stesse hanno esplicitato le loro vere intenzioni:

«La famiglia nucleare dev’essere distrutta… qualunque sia il significato finale, lo sfascio delle famiglie è adesso un processo obiettivamente rivoluzionario». Linda Gordon

«Dal momento che il matrimonio costituisce una schiavitù per le donne, è chiaro che il Movimento delle Donne debba concentrarsi per attaccare questa istituzione. La libertà per le donne non potrà essere acquisita finché il matrimonio non verrà abolito». Sheila Cronan

«Non si dovrebbe permettere a nessuna donna di stare a casa ed accudire i suoi bambini. Le donne non devono avere questa possibilità, perché altrimenti troppe donne la sceglierebbero». Simone de Beauvoir

«Essere una casalinga è una professione illegittima. La scelta di servire ed essere protetta, e di pianificare una vita familiare è una scelta che non dovrebbe esistere. Il cuore del femminismo radicale è di cambiare tutto ciò». Vivian Gornick.

«Non possiamo distruggere le iniquità fra gli uomini e le donne finché non distruggeremo il matrimonio». Robin Morgan (Sisterhood Is Powerful).

«Il matrimonio è da sempre esistito per il beneficio degli uomini; ed è stato un metodo legalmente sanzionato per controllare le donne… Dobbiamo distruggerlo. La fine dell’istituzione del matrimonio è una condizione necessaria per la liberazione delle donne. È per noi quindi importante incoraggiare le donne a lasciare i loro mariti e non vivere da sole con gli uomini… Tutta la storia dovrà essere riscritta in termini di oppressione delle donne» dalla “Dichiarazione di Femminismo”.

«Affinché i bambini vengano cresciuti con parità, dobbiamo portarli via dalle famiglie e crescerli in comuni appositi». Mary Jo Bane.

«La cosa più misericordiosa che una famiglia numerosa possa fare ad uno dei suoi bambini più piccoli è ucciderlo». Margaret Sanger, in “Donne la nuova razza”, pag. 67.

«Sotto il patriarcato ogni donna è una vittima, del passato, del presente e del futuro. Sotto il patriarcato, la figlia di ogni donna è una vittima, del passato, del presente e del futuro. Sotto il patriarcato il figlio di ogni donna è il suo potenziale traditore e anche l’inevitabile stupratore o violentatore di un’altra donna». Andrea Dworkin

«Qualsiasi rapporto sessuale, anche il sesso consensuale all’interno del matrimonio, è un atto di violenza perpetrato contro una donna». Catherine MacKinnon

 

Il registro delle pedo-calunnie

L’86% delle separazioni giudiziali sono accompagnate da accuse penali che si rivelano false nell’80% dei casi.  Nel 20% dei casi viene sparata la “pallottola d’argento”: la falsa accusa di pedofilia; oramai l’80% degli indagati sono padri separati, che si rivelano innocenti nel 99.7% dei casi.

Un importante magistrato, un famoso regista, il figlio del sindaco di una delle maggiori città d’Italia, campioni dello sport… il sistema delle false accuse può colpire chiunque. Sulla pelle dei bambini, plagiati e/o chiusi in centri anti-violenza, troppo piccoli per distinguere la realtà dalla follia femminista.

Poche persone ed associazioni appaiono responsabili di una significativa frazione di questi casi.

venga istituito un registro pubblico, con i nomi delle persone, onlus ed associazioni che, in qualità di avvocato, perito di parte, testimone, hanno sostenuto una accusa rivelatasi falsa in procedimenti civili o penali che hanno coinvolto minorenni in maniera diretta o indiretta, insieme all’indicazione del danno da loro riportato.

Il ripetuto inserimento in questa lista nera dovrebbe aiutare i giudici a sapere chi hanno di fronte, se non portare alla sospensione cautelare del recidivo o almeno (qualora applicabile) al taglio dei fondi pubblici ed all’avvio di richieste risarcimento secondo la formula della class action.